Il benchmarking per far crescere la tua impresa

Nel moderno contesto imprenditoriale, caratterizzato da una estrema competitività, complessità e mutevolezza degli scenari di mercato, appare evidente che ogni imprenditore apprezzi, se non addirittura pretenda, che il proprio commercialista dia delle indicazioni a supporto delle decisioni strategiche che si manifestano non solo in occasione della costituzione di un’attività economica, ma anche nei diversi stadi che caratterizzano la vita dell’impresa. I continui cambiamenti di scenari, comportano l’accorciamento delle distanze tra una decisione strategica e l’altra, cioè capita spesso che già nei primi mesi di vita di un’attività l’imprenditore si trovi a dover cambiare la propria strategia o modificare alcune ipotesi di partenza.

È innegabile quanto sia fondamentale la capacità di padroneggiare la tecnica a supporto della definizione delle strategie aziendali, del controllo dei processi e delle attività aziendali. Proprio questa tecnica/metodologia è definita benchmarking.
Grazie all’utilizzo di determinati strumenti, si è in grado di stimolare la dialettica e il confronto tra il professionista e il proprio cliente, creando nuove riflessioni sulla propria impresa, spesso trascurate per la colpevole tendenza a rimanere concentrati esclusivamente sul proprio “orticello”.

Perché fare attività di benchmarking?

Se è giusto che in occasione della discussione del bilancio l’imprenditore chieda al commercialista: “abbiamo perso oppure guadagnato?”, altrettanto giusto sarebbe che il titolare dell’impresa si ponga la domanda: “ma i miei concorrenti come sono andati? Hanno guadagnato o perso…è aumentato il divario di fatturato e di redditività rispetto alla mia impresa?”.
L’attività di benchmarking risponde a tali quesiti, poiché è rivolta all’imprenditore e misura le prestazioni della propria azienda confrontandola con quelle migliori e più competitive nel proprio settore di riferimento, fornendo, in questo modo, un valido supporto all’imprenditore in termini di pianificazione strategica, programmazione e controllo delle attività aziendali.
Da quanto appena esposto è chiaro il motivo per cui attuare il benchmarking: analizzare la concorrenza, trarre nuove strategie e acquisire il cosiddetto vantaggio competitivo.

Lo studio di benchmarking: caso pratico

Effettuare uno studio di benchmarking è un’operazione piuttosto complessa che deve essere svolta dal commercialista in sinergia con l’imprenditore.
Innanzitutto è necessario conoscere e schematizzare il processo produttivo dell’azienda del proprio cliente, ottenendo informazioni per la successiva fase di selezione dei competitor. Ad esempio, se un determinato prodotto può essere ottenuto mediante due procedimenti tecnologici distinti, il confronto dovrebbe essere rivolto verso concorrenti che utilizzano lo stesso procedimento industriale.
Dopo aver identificato i potenziali concorrenti, gli stessi dovrebbero essere selezionati sulla base della qualità delle informazioni ricavabili. Ad esempio, sono da preferire i concorrenti che sono sottoposti al controllo legale dei conti e che presentano “fondamentali di bilancio” non soggetti ad ampie oscillazioni da un anno all’altro.
Inoltre, si dovrebbero preferire aziende ubicate nell’ambito della stessa zona/area di geografica di operatività e di dimensioni paragonabili, non dimenticando di inserire anche imprese di più grandi dimensioni a titolo di incentivo-obiettivo da perseguire. Infatti, la pratica professionale ci ha offerto esempi di aziende clienti, che dopo anni di trend di crescita hanno raggiunto quella massa critica che ha determinato un salto netto in termini di miglioramento degli indici di bilancio.
Ed è proprio la scelta degli indici di benchmarking un passo fondamentale per aprire gli occhi del cliente e far comprendere che ci sono sempre aspetti relativi alla gestione della propria azienda da migliorare. Emblematica è stata la reazione, incredula, di un cliente quando si è paragonata la redditività per addetto della propria azienda con quella del concorrente. Sino a quell’istante era certo di aver arruolato i migliori dipendenti con la miglior organizzazione produttiva.

Conclusioni

In considerazione di quanto visto per il caso pratico appena esposto, il benchmarking si è rivelato uno strumento valido ed efficace. Infatti, appurata inizialmente la posizione di “svantaggio” del cliente rispetto ai propri concorrenti, si è innescato un processo virtuoso di ricerca di soluzioni e l’adozione di nuove procedure aziendali che hanno inciso sulle performance economico-organizzative, contribuendo al raggiungimento di migliori risultati economici, patrimoniali e finanziari.