Usato per versare tributi e contributi, si distingue in quattro diverse tipologie in base alle specifiche imposte da pagare: Ordinario, Semplificato, Edile e Accise.

Le modalità di pagamento sono diverse a seconda che il contribuente sia o meno titolare di partita Iva.

Cos’è?

È il modello utilizzato per versare le imposte. Viene definito “unificato” perché permette di effettuare con un’unica operazione il pagamento delle somme dovute, compensando il versamento con eventuali crediti. Se il contribuente ha un’imposta da pagare, ad esempio l’Imu sulla seconda casa, ma al tempo stesso dalla dichiarazione dei redditi è maturato un credito Irpef, è possibile in questo caso effettuare il pagamento dell’Imu utilizzando il credito Irpef. In altre parole, il contribuente può approfittare di una situazione di credito a suo vantaggio per colmare un debito che ha su un altro fronte.

Quattro tipologie: Ordinario, Semplificato, Elide, Accise

Esistono quattro tipologie di F24:

  • Modello F24 Ordinario, detto anche unificato, utilizzabile da tutti i contribuenti per il versamento di tutti i tributi;
  • Modello F24 Semplificato, utilizzabile da tutti, in alternativa all’ordinario, per pagare e compensare le imposte erariali, regionali e degli enti locali, compresa l’Imu;
  • Modello F24 Elide, elementi identificativi, utilizzabile solo nei casi in cui siano necessarie informazioni impossibili da riportare nel modello F24 ordinario;
  • Modello F24 Accise, utilizzabile per il pagamento delle accise e per i versamenti di competenza dell’Amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato.

A cosa serve?

Il contribuente lo utilizza principalmente per pagare:
  • imposte sui redditi (Irpef, Ires);
  • ritenute sui redditi da lavoro e sui redditi da capitale;
  • Iva;
  • Irap;
  • addizionali Irpef regionali e comunali;
  • interessi;
  • accise;
  • contributi e premi Inps, Inail, Enpals, Inpgi;
  • diritti camerali;
  • Imu, Tares, Tari e Tasi;
  • tributi speciali catastali, interessi, sanzioni e oneri accessori per l’attribuzione d’ufficio della rendita presunta;
  • Tarsu/Tariffa, Tosap/Cosap: riservato ai Comuni che hanno stipulato un’apposita convenzione con l’Agenzia delle Entrate;
  • le somme dovute in relazione alla presentazione della dichiarazione di successione (imposta sulle successioni, imposta ipotecaria e catastale, tasse ipotecarie, imposta di bollo, Invim e tributi speciali, nonché i relativi accessori, interessi e sanzioni);
  • le somme dovute a seguito di notifica di avvisi di liquidazione, atti di contestazione e irrogazione di sanzioni per operazioni inerenti al servizio ipotecario;
  • le somme dovute in caso ravvedimento.

Come si effettuano i pagamenti?

Le modalità di versamento cambiano a seconda che il contribuente sia o meno titolare di partita Iva.

Titolari di partita Iva

I titolari di partita Iva sono obbligati a effettuare i versamenti con modalità telematiche e possono:
  • pagare direttamente tramite i servizi telematici dell’Agenzia delle Entrate (cassetto fiscale) oppure mediante i servizi di internet banking;
  • avvalersi dell’invio dell’F24 tramite un intermediario abilitato (come il commercialista).

Non è possibile pagare l’F24 in forma cartacea in banca o posta.

Non titolari di partita Iva

Per i non titolari di partita Iva non c’è l’obbligo di versamento tramite il canale telematico, ferma restando, comunque, la possibilità di avvalersi di questa modalità. Possono presentare il Modello F24 in forma cartacea presso una banca o un ufficio postale. Qualora però il contribuente non titolare di partita Iva dovesse presentare un F24 contenente una o più compensazioni, scatterebbe comunque l’obbligo di trasmissione per via telematica.