Versamento dell’Iva: adempimento fiscale e indicatore che attesta l’equilibrio finanziario di un’azienda.

Uno dei primi adempimenti dell’esercizio fiscale in ordine cronologico è l’invio della DICHIARAZIONE IVA. 
Tutti i titolari di partita Iva, salve determinate esclusioni, devono presentare annualmente in via telematica all’Agenzia delle Entrate la dichiarazione annuale Iva, ovvero il modello dichiarativo mediante il quale si comunicano all’Agenzia delle Entrate le diverse operazioni effettuate nel corso dell’anno d’imposta che hanno un impatto ai fini dell’imposta sul valore aggiunto.

Ma in parole povere come funziona il meccanismo dell’Iva? 

Il funzionamento di base è abbastanza semplice: se viene emessa una fattura o uno scontrino, al corrispettivo di vendita (che è il vero e proprio ricavo), viene applicata l’Iva secondo le aliquote di legge (22% l’aliquota ordinaria, 10% o 4% quelle ridotte).
Chi cede i beni o presta i servizi oggetto della fornitura, quindi, incassa un prezzo di vendita che, oltre al vero e proprio ricavo, incorpora anche l’Iva. L’aspetto più rilevante è che l’Iva sulle vendite non è un importo che spetta in modo definitivo a chi la incassa: il venditore di fatto ha l’incarico da parte dello Stato di “esattore” del tributo. Infatti, con cadenza mensile o trimestrale, in base al volume d’affari, si esegue la cosiddetta “liquidazione Iva”, ovvero un conteggio che è la pura differenza tra l’Iva esposta nelle fatture emesse e nei corrispettivi e l’Iva relative alle fatture di acquisto (la cosiddetta Iva detraibile).
La differenza, se l’Iva sulle vendite è maggiore rispetto all’Iva sugli acquisti, deve essere versata al Fisco. 

Al di là delle complicazioni che derivano dal mancato versamento dell’Iva alle scadenze corrette (l’insorgere di un debito verso l’erario che con il passare del tempo presenta il conto rincarato delle sanzioni e degli interessi, senza dimenticare che oltre certe soglie di importo, vi sono risvolti di natura penale), il punto importante è che non essere in grado di versare l’Iva in modo tempestivo, spesso rappresenta un segnale inequivocabile di squilibrio finanziario dell’azienda. È un allarme che si deve accendere subito e al quale è importante porre rimedio.

Quali possono essere le cause di un mancato versamento dell’Iva? 

Semplificando, potremmo individuarne due.

  • La prima motivazione potrebbe essere il mancato incasso delle fatture emesse: in pratica l’imprenditore non ha liquidità sufficiente per versare l’Iva all’erario perché, anche se effettivamente ha fatturato, non ha ancora incassato gli importi delle vendite effettuate ai propri clienti.
    In questo caso, sarebbe consigliabile rivedere la gestione del credito, perché nelle previsioni finanziarie è sempre necessario considerare anche i termini di versamento dell’Iva.
    Se, per esempio, si concede una rateazione ai propri clienti, si potrebbe valutare di farlo solo per l’importo dell’imponibile, cercando di ottenere subito il pagamento dell’Iva. Diversamente sarà necessario coprire il fabbisogno finanziario mediante altre fonti di liquidità o tramite il ricorso al credito bancario.

Certamente questa giustificazione non può valere per commercianti al dettaglio e pubblici esercizi in genere, poiché in questa tipologia di attività i corrispettivi delle vendite si incassano subito

  • La seconda causa potrebbe essere l’aver destinato l’Iva incassata dai clienti al finanziamento di altre spese diverse: se l’imprenditore incassa l’iva, ma alla scadenza del versamento non ha più la disponibilità liquida per fare il pagamento all’Erario, significa, probabilmente, che ha utilizzato l’Iva per finanziare altre spese.
    Se questo comportamento è stato assunto per scelta, l’imprenditore probabilmente non ha gestito la finanza aziendale in modo sufficientemente ordinato e diligente.
    Se, invece, si tratta di una scelta obbligata e sistematica, può essere che la situazione sia ancora più delicata e che l’azienda non stia generando utili, bensì perdite e che quindi l’imprenditore sia costretto a utilizzare l’Iva per coprire finanziariamente il fabbisogno generato dai vari costi della gestione. 

Lo strumento che permette di ottenere una panoramica degli incassi e dei pagamenti per assicurare all’azienda la necessaria disponibilità finanziaria è il budget. La pianificazione consente di ottenere anche ulteriori vantaggi, come ad esempio la possibilità di impiegare in modo efficiente possibili eccedenze di liquidità temporanee. 

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