Come stabilito dalla Legge di Bilancio 2022, il
Bonus Mobili ed Elettrodomestici è in vigore anche per il 2024 ma con una novità: il
tetto di spesa massimo su cui calcolare la detrazione Irpef
passa da 8.000 euro a 5.000 euro (comprensivi di eventuali spese di trasporto e montaggio). Le altre regole per usufruire del bonus restano invariate.
La misura introdotta con il Decreto Legge n.63/2013, nel 2022, 2023 e 2024 è stata estesa alle spese sostenute per l’acquisto di mobili e grandi elettrodomestici.
Come funziona
Il Bonus Mobili ed Elettrodomestici prevede una
detrazione Irpef del 50% applicabile alle spese sostenute per l’acquisto, entro il
31 dicembre 2024, di arredi e grandi elettrodomestici destinati ad ammobiliare
un’unità abitativa in ristrutturazione.
La detrazione viene ripartita in
10 quote annuali di pari importo e viene calcolata su un totale complessivo di
5.000 euro. Tale importo fa riferimento alla singola unità immobiliare quindi se vengono eseguiti lavori di ristrutturazione su più unità abitative ciascuna ha diritto al Bonus Mobili.
Per poter fruire dell’agevolazione il richiedente deve aver avviato un intervento di ristrutturazione edilizia dopo il 1° gennaio 2023 e la data di inizio lavori deve essere antecedente a quella dell’acquisto dei mobili col Bonus. I pagamenti devono essere effettuati tramite bonifico o carta di debito o credito (non è consentito pagare con assegni bancari, contanti o altri mezzi di pagamento).
Chi può richiederlo
Il Bonus Mobili può essere richiesto
senza limitazioni ISEE, esclusivamente dal
contribuente che effettua i pagamenti per gli acquisti di mobili ed elettrodomestici destinati all’immobile oggetto di lavori e che usufruisce della detrazione per le spese di intervento di recupero del patrimonio edilizio.
La detrazione può essere ripartita tra
diversi soggetti solo nel momento in cui ognuno di questi partecipi sia alle spese per i lavori di ristrutturazione sia a quelle per l’acquisto dei mobili.
La detrazione è ammessa anche se i beni sono acquistati con un
finanziamento a rate, come specifica l’Agenzia delle Entrate “a condizione che la società che eroga il finanziamento paghi il corrispettivo con le stesse modalità prima indicate e il contribuente abbia una copia della ricevuta del pagamento”.
Come richiederlo
Per ottenere la detrazione è necessario indicare nella
dichiarazione dei Redditi (ovvero nel Modello 730 oppure in quello destinato ai Redditi Persone Fisiche) le spese che sono state sostenute. Come riportato nella guida dell’Agenzia delle Entrate, chi vuole usufruire del Bonus Mobili deve conservare le ricevute di pagamento, la documentazione di addebito sul conto corrente e le fatture di acquisto, che devono riportare la natura, la qualità e la quantità dei beni acquistati.
Cosa si può acquistare
I mobili nuovi e i grandi elettrodomestici che si acquistano, per poter rientrare nel bonus e fruire della detrazione Irpef del 50% devono rispettare determinati requisiti in materia di classe ambientale.
Le
spese ammissibili comprendono:
- mobili e arredi (etti, armadi, cassettiere, librerie, scrivanie, tavoli, sedie, comodini, divani, poltrone, etc.);
- forni di classe energetica A o superiore;
- lavatrici, lavasciugatrici e lavastoviglie (classe non inferiore a E);
- frigoriferi e congelatori (classe F o superiore)
Rientrano nelle spese ammissibili anche materassi, illuminazione, apparecchi per la cottura, stufe elettriche, forni a microonde, piastre riscaldanti, radiatori e ventilatori elettrici e condizionatori mentre
non sono agevolabili gli acquisti di porte, pavimentazioni, tende, tendaggi e altri complementi d’arredo.
Nell’importo totale su cui viene calcolata la detrazione Irpef possono essere
incluse anche le
spese di trasporto e montaggio, solo se sostenute con metodi di pagamento ammessi (bonifico o carta di credito o debito).
Quali interventi edilizi danno diritto al Bonus Mobili?
Gli
interventi di recupero del patrimonio edilizio che permettono di poter fruire della detrazione Irpef per l’acquisto di mobili ed elettrodomestici comprendono:
- il restauro e il risanamento conservativo delle singole unità abitative o di parti comuni di condomini;
- la ristrutturazione edilizia eseguita sulle singole unità abitative o parti comuni di edifici residenziali;
- la manutenzione straordinaria, ovvero l’installazione di ascensori e scale di sicurezza, la realizzazione dei servizi igienici, il rifacimento di scale e rampe, la realizzazione di recinzioni e muri di cinta, la sostituzione di tramezzi, etc.) sulle singole unità abitative o parti condominiali;
- gli interventi finalizzati all’utilizzo di fonti rinnovabili di energia come l’installazione di una stufa a pellet o di una pompa di calore e la sostituzione della caldaia;
- la manutenzione ordinaria che comprende la tinteggiatura, la sostituzione di pavimenti, la sostituzione di infissi esterni, il rifacimento di intonaci interni, etc.) esclusivamente per le parti comuni degli edifici residenziali.